In seguito all’evento che si è tenuto venerdì 5 ottobre sulla balneabilità del litorale torrese (Link), l’onorevole del PD Luisa Bossa ha presentato un’interpellanza parlamentare al ministro Clini.
Di seguito il testo

Interrogazione a risposta scritta
al Ministro per l’Ambiente
dall’on. Luisa Bossa
per sapere, premesso che:
il comune di Torre del Greco, provincia di Napoli, conta oltre 90mila abitanti, con una estensione territoriale di oltre 8,5 chilometri con lunghi tratti costieri e di notevole pregio paesaggistico;
il mare e l’industria del turismo possono essere un volano per il rilancio dell’economia territoriale, soprattutto in un momento come questo, di forte crisi degli insediamenti industriali e produttivi;
le condizioni del mare di Torre del Greco sono, al momento, pessime; vige da oltre 30 anni il divieto di balneazione, con gravi conseguenze sia sulle legittime aspirazioni turistiche della cittadina, sia sulla salute degli abitanti;
nel Comune di Torre del Greco agisce solo da pochi anni un sistema di raccolta delle acque reflue, mentre sono in funzione solo i piccoli impianti di trattamento di Villa Inglese e San Giuseppe alle Paludi, che non garantiscono una efficace e corretta depurazione delle acque reflue, tanto che non si riesce a restituire balneabilità e pulizia alla vasta fascia costiera;
in alcuni Comuni limitrofi, grazie ad iniziative congiunte tra Cipe, Regione Campania, ed enti locali si è riusciti a realizzare iniziative importanti sul settore, restituendo, per esempio alla città di Portici, una balneabilità delle acque, perduta, anche in quel caso, da anni;
anche sul territorio di Torre del Greco si era avviato un procedimento, con la Regione Campania, per un progetto preliminare di trattamento delle acque reflue e la loro conduzione al nuovo depuratore di Foce del Sarno di Castellammare di Stabia, per un importo di 27 milioni di euro;
tale progetto preliminare non risulta ad oggi finanziato, lasciando così cadere una enorme potenzialità territoriale, incassando, oltretutto, una inadempienza significativa rispetto alla volontà dell’Unione europea;

non risultano, altresì, previsti interventi in questo senso né nell’ambito dei Programmi dell’ex commissariato Sarno, né nell’ambito del finanziamento dell’ultima delibera CIPE per opere afferenti la depurazione e le reti fognarie, né risultano iniziative attivate dalla Regione Campania;
l’articolo 4, paragrafo 1, della direttiva europea 91/271 dispone che negli agglomerati con oltre 15mila abitanti la totalità delle acque reflue urbane che confluiscono in reti fognarie devono, prima dello scarico, essere sottoposte ad un trattamento secondario o ad un trattamento equivalente;
infrazioni di questo tipo sono state già sanzionate dall’Unione europea con riguardo ad una serie di zone prevalentemente del sud Italia;
nello specifico si fa riferimento a quanto disposto dalla Settima sezione della Corte di Giustizia europea in data 19 luglio 2012, in merito al contenzione tra l’Unione europea e la Repubblica italiana su raccolta e trattamento di acque reflue non effettuati in alcune zone;
va segnalata altresì la situazione di stallo in cui versa, in Regione Campania, sia l’attività del Comitato regionale di indirizzo dell’Arpac, sia dell’Arpac stessa, a cui sono demandati compiti importanti rispetto ai controlli sugli impianti di depurazione;
la nuova amministrazione comunale insediatasi a Torre del Greco nella scorsa primavera ha ripetutamente chiesto l’attivazione di una sede di confronto con la Regione Campania al fine di addivenire ad una soluzione;
dal Ministro interrogato di quali elementi disponga rispetto a quanto sopra descritto e se non ritenga di assumere, nell’ambito delle proprie competenze, di concerto con i livelli territoriali, una iniziativa al fine di garantire, sui temi di cui in premessa, una soluzione ad una vicenda grave che oltre ad esporre un tratto significativo della nostra costa a inquinamento, espone l’Italia a importanti sanzioni rispetto al dettato dall’Unione europea sul tema specifico.

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