In questi
giorni in cui i giovani neodiplomati devono affrontare la delicata scelta dell’iscrizione
universitaria la redazione di Voce Democratica prosegue il suo ciclo di
interviste a giovani che hanno già affondato questa scelta da pochi anni.
Stavolta
abbiamo intervistatati uno studente della facoltà di ingegneria iscritto al
corso di laurea in Ingegneria Edile alla Federico II di Napoli.
Cosa fare
per iscriversi?
Occorre
andare sul sito http://www.ingegneria.unina.it
e seguire i link per l’iscrizione al test che permette di maturare i crediti
OFA. I crediti OFA servono a garantire che lo studente abbia l’adeguata
preparazione matematica per affrontare la facoltà. Qualora non si riescano a
maturare tali crediti attraverso il test è necessario recuperarli con un esame
o sostenendo obbligatoriamente analisi uno come primo esame. Per il superamento
del Test di ingresso è necessario conseguire un punteggio dell’Indice Attitudinale
non inferiore a 60/100 oppure un punteggio per la Sezione di Matematica I non
inferiore a 4/20. Le altre domande riguardano logica, comprensione del testo.
Ci si può preparare al test consultando risolvendo via internet i test degli
anni precedenti.
Perché
hai scelto la Federico II?
Perché la
facoltà di ingegneria è la più antica scuola d’Italia, quest’anno si è
festeggiato il bicentenario ed è considerata una università di prestigio.
Perché
iscriversi Ingegneria Edile?
Sicuramente
per gli sbocchi occupazionali, ma anche perché chi vuole “costruire” deve avere
a disposizione gli strumenti tecnico/matematici propri degli ingegneri.
Esiste
una sorta di diatriba tra ingegneri e architetti, qual è la differenza tra le
due facoltà?
Nell’approccio
alla realizzazione di un edificio si tiene conto di tre elementi: Firmitas (solidità
dell’edificio), utilitas (utilità), e venustas (bellezza). L’ingegnere si
focalizza principalmente sulle prime due, l’architetto sulle ultime due. Ciò
non toglie che entrambe le figure debbano tener conto di tutte e tre gli
elementi.
L’architetto
tende a sperimentare e ad avere un approccio secondo cui, a partire da una
idea, studia come realizzarla, l’ingegnere guarda contemporaneamente “il cosa
fare” e “il come farlo”. Infine c’e da considerare che l’ingegnere può
progettare in maniera autonoma mentre l’architetto no. In ogni caso una buona
collaborazione tra ingegneri e architetti rende l’opera più completa.
Quali
conoscenze pregresse occorrono per affrontare questa facoltà?
Una buona
preparazione scientifica aiuta, ma anche studenti che non arrivano dal liceo
scientifico possono farcela..
Quanto
sono utili i corsi?
Il
calendario dei corsi è piuttosto serrata, pertanto è bene dosare la loro
frequentazione con i propri obiettivi e le proprie forze. Purtroppo solo
l’esperienza aiuta in questa selezione. In ogni caso è bene dedicarsi in primis
agli esami propedeutici per evitare di restare bloccati. Consiglio infine di
seguire i vari convegni organizzati in facoltà: oltre ad essere fortemente
suggeriti da alcuni docenti essi rappresentano una buona occasione di crescita
personale.
Che
rapporto c’è con i docenti?
Alcuni
sono “santi” altri “sadici diavoli”. Questi ultimi in particolare tendono a
praticare pressioni emotive sugli studenti. Non essendo la facoltà a numero
chiuso alcuni docenti si sentono in dovere di “invogliare”, con il loro
comportamento, chi non è motivato alla fuga dalla facoltà.
Che
rapporti ci sono con altri studenti?
Ci sono
esami da preparare in gruppo quindi è bene avere buoni rapporti con i colleghi,
perché questo favorisce il superamento degli esami stessi.
Gli spazi
a disposizione sono adeguati?
Purtroppo
no. Le aule studio sono poche e stracolme. La presenza di tre sedi non aiuta,
infatti capita di seguire nello stesso giorno e a distanza di pochi minuti i
corsi in due sedi diverse. La segreteria registra molte inefficienze e c’è
grande carenza di informazioni: i professori rimandano alla segreteria e la
segreteria ai professori. A volte ci si sente palline da ping pong.
Abbiamo
parlato di sbocchi occupazionali, ma attualmente si costruisce poco…
Si
costruisce poco, ma ci sono ampi sbocchi nell’urbanistica e nel recupero delle
strutture. Inoltre l’ingegnere è una figura versatile e in grado di ricoprire
più ruoli anche oltre l’ambito edile.
Cosa
diresti ad una matricola?
Vi
sentirete dei giocatori di tetris presi ad “incastrare” gli impegni delle
vostre vite, ma se c’è passione sarete ripagati.
I
risultati potrebbero non arrivare subito ma non bisogna scoraggiarsi.
Bal. Esp.
Col.
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