Qualche sera fa chi scrive s’è lasciato convincere dalla fresca aria serotina ed è rincasato a piedi; il percorso, quasi obbligato, ne ha condotto i passi sulla Nazionale, vero palcoscenico delle miserie cittadine. Si comincia coi pochi automobilisti ancora in giro, soprattutto ragazzi, convinti che col tramonto scompaiano anche le leggi, e che la strada sia una loro corsia privata di divertimento; lasciamo perdere i commenti, in uno squisito italiano, che si spendono tra pedoni e auto quando si tenta di attraversare. Se non stanno correndo come se da quella corsa dipendesse la loro dignità, eccoli parcheggiare nel modo più indecente, di sbieco, o meglio, sulle isole di traffico, mentre ci si ferma a prendere un panino, seduti a dei tavolini che occupano l’intero marciapiede, cosicché bisogna camminare per strada. Intanto vecchiette furtive lanciano ogni tipo di immondizia negli angoli nascosti delle vie laterali, e le attività commerciali accatastano rifiuti che sicuramente lasceranno lì fino all’alba. Quando finalmente si crede di essere al sicuro, a casa propria, ecco che da qualche parte risuona una musica altissima, nonostante l’ora tarda; e qualcuno sgomma, giusto per far sentire al mondo che anche lui c’è.
Il giorno dopo, a voler ripassare quelle stesse strade, si può sentire il solito crocicchio di voci che lamenta il nuovo sindaco, la nuova giunta comunale, i vigili che non ci sono e gli spazzini che non puliscono.
Signori, sarà forse anche vero che il gatto è stato assente, ma diciamocelo: i Torresi somigliano troppo a quella squisita razza di topi notturni che non solo ballano quando il gatto non c’è, ma sono prontissimi a morsicarlo se solo si azzarda a miagolare. E ci siamo capiti.
Domenico Marrazzo

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