In pochi
anni nelle terre fra Napoli e Caserta sono aumentati i decessi per patologie
tumorali e malformazioni congenite, sono aumentati con un’incidenza del 47% tra
gli uomini e del 40% tra le donne. Questa strage silenziosa è causata
dell'inquinamento ambientale, principalmente dovuto allo smaltimento illegale
dei rifiuti tossici da parte della malavita organizzata; uno dei business più
redditizi della camorra. Sono 20 anni che molte associazioni campane chiedono l’istituzione
del registro, strumento
fondamentale per la programmazione e la prevenzione. Obiettivo raggiunto nel
luglio 2012, all’unanimità, 62 consiglieri approvarono in Regione Campania la
legge che istituiva il registro per i tumori. Pochi mesi dopo, l’Autorizzazione
unica ambientale, organo di controllo dello Stato italiano, impugnò dinanzi
alla Corte costituzionale la legge perché «contenente alcune disposizioni in
contrasto con il piano di rientro dal disavanzo sanitario della Campania». La
Consulta accolse l'istanza e bocciò il registro, giudicandolo «troppo oneroso e
fuori budget» (1 milione e mezzo è il costo annuale). I giudici, con la
sentenza numero 79, ritennero che «la legge approvata in Campania viola gli
articoli 117 comma 3 e 120 comma 2 della Costituzione». Ciò vuol dire, spiegarono i giudici, che «non
è il registro a essere censurato, ma l’istituzione di nuovi uffici e di nuovi
incarichi professionali che imporrebbero oneri aggiuntivi incompatibili con il
piano di rientro previsto per la Campania». Insomma il registro deve essere un
strumento utile ai cittadini e non uno strumento per regalare incarichi ed è
per questo che la lotta per la sua istituzione riprendete. Numerose
associazioni si sono riattivate e in quest’ottica i GD di Napoli e provincia
hanno deciso di sensibilizzare i cittadini con una raccolta firme. I GD di
Torre del Greco organizzeranno una raccolta firme nei fine settimana (sabato18,30-10; domenica 11-13) nel centro cittadino.
Fortunato
Garofalo
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