Berlinguer e un IPhone: quale uso dei new media per chi conduce una campagna politica?
"Comizi di classe" è una giornata di formazione sull'importanza di una corretta strategia di comunicazione per nuovi leader, organizzata da Francesco Nicodemo a cura del PD di Napoli a San Giorgio a Cremano.
<<Non dobbiamo andare a rimorchio degli avversari>> apre il moderatore del primo modulo, il prof. Tommaso Ederoclite, con espliciti riferimenti alla campagna per Rutelli premier. <<Invece dobbiamo valorizzare le peculiarità del candidato>>. E aggiunge: <<La personalizzazione della politica nella fase post-ideologica è stata ed è ancora un passaggio obbligato>>. Anche per la sinistra, tradizionalmente legata alla leadership del segretario. Con i dovuti distinguo: << fino al 1990 il leader era servitore e interprete del partito>>, diametralmente opposto al presidente-padrone del modello berlusconiano.
È la mattina del sabato 17 dicembre nelle fonderie di Villa Bruno, gioiello vesuviano recentemente restaurato. La prima giornata di comunicazione politica si apre con il modulo dedicato alle tecnologie per la campagna elettorale. Valentina Reda illustra l'annoso dibattito sull'efficacia del sondaggio dell'opinione pubblica: strumento vincente o semplice illusione? Nonostante questo strumento abbia raggiunto l'apice nel '39, le scienze sociali hanno da sempre avanzato rimostranze. <<Per Bordieu>> insegna la giovane ricercatrice <<l'opinione pubblica semplicemente non esiste: frantumata per ogni individuo, modificata al momento stesso di somministrazione del questionario>>. Perché, tra le altre cose, il questionario ha un problema serio: compromette il giudizio, in particolar modo se chi lo compila non è informato degli argomenti su cui delibera. << Negli anni lo strumento si è sofisticato: non bastano i questionari. C'è bisogno di interviste particolareggiate che articolino l'opinione con le sotto-opinioni>>.

Per Marco Cacciotto, segretario AICOP, non ci sono dubbi: non è la campagna elettorale a spostare l'opinione degli elettori, già formata dal contesto politico. <<È necessario un impegno costante nel tempo, non concentrato in periodo elettorale. La chiave di tutto è il consenso>>. Ma il consenso non va confuso con la popolarità, ottenuta per via avversariale. Affinchè il messaggio sia efficace, esso deve essere parcellizzato - cioè, rispondere alle specifiche richieste di target individuali - e mobilitare il lato emotivo dell'elettore. Sono particolarmente adatti i social network, consentendo il coinvolgimento diretto dei cittadini e la risposta in tempo reale ad attacchi e  chiarimenti. Concorda Francesco Amoretti, dell'Università degli studi di Salerno ed esperto in marketing politico. E aggiunge almeno due aspetti, importantissimi: lo Storytelling - ossia, la capacità di narrare la qualità del candidato e i nuovi orizzonti che si dischiudono al momento della sua designazione al ruolo - e la rivalutazione della politica porta-a-porta, a contatto vivo e diretto con le persone.

Alle ore 15:00 il seminario riprende. L'argomento è ancora più interessante: le esperienze di quattro campagne elettorali raccontate dai loro vincitori, con la moderazione di Giorgio Zinno (vicesindaco di San Giorgio). Apre la videorelazione del presidente della provincia di Pesaro, Matteo Ricci: la campagna è incontro con le realtà locali, un messaggio di speranza per il cambiamento ("Niente Paura" lo slogan di resistenza alla crisi economica) lanciato con ironia - sdrammatizzandone i contenuti con un cartone animato a mò di trailer cinematografico. Mai descrivere il candidato diversamente da ciò che è e, sopratutto, rilanciare le critiche degli avversari come punti di forza. <<Il risultato in termini elettorali è stato del 52%>>, spiega, non senza una visibile soddisfazione. <<Notevolissimo, se si pensa al contesto politico: Berlusconi all'apice del consenso, il PD in discesa libera dopo le dimissioni di Veltroni nel 2008>>. Una realtà difficile, tanto da decidere di non sfruttare la rinomanza dei leader nazionali in fase di campagna.
Ripensare alla qualità del rapporto fiduciario tra i cittadini ed un candidato forte: punto fondamentale, per il sindaco di Poggiomarino Pantaleone Annunziata. <<Ho tenuto ferma l'immagine di leader come uomo che si assume la responsabilità delle decisioni e delle promesse fatte in campagna elettorale>> afferma, sottolineando l'importanza del voto disgiunto. Imprescindibile l'offerta di un modello di sviluppo legato alle realtà produttive del territorio. Ma colpisce di più la rivalutazione di un antico strumento di comunicazione: il classico comizio in piazza, sui palchetti, come non si facevano da cinquant'anni. <<Gli elettori hanno percepito positivamente questo antico modo di fare politica, come quello più vicino al cittadino>>.
Ma non è l'unico ad essersi avvalso di una scoperta tanto inattesa. Il sindaco di Melito Venazio Carpentieri ha sperimentato le qualità inattese degli spazi pubblici del suo comune. La partecipazione è stata inaspettata e positiva, pur se aiutata dalla presenza di persone di spicco del centrosinistra (il presidente Bindi, il commissario Orlando e orlando Viale dell'IDV, membro della Direzione Nazionale Antimafia).
Conclude il modulo il racconto appassionato di Giuseppe Catizione, sindaco di Nichelino (TO). <<Voglio fare un appello al PD napoletano: Bersani sbaglia>> dice << quando dice che il programma è più importante del messaggio, il contenuto più importante della comunicazione>>. Gli evidenti problemi del partito a Napoli, per Catizone, nascono a causa di questo malinteso. Non bisogna nemmeno servirsi delle metafore della destra: <<La parola "pressione fiscale" è una metafora di destra, perché costringe pensare al fisco come qualcosa che opprime>>.  Nè vale essere criptici: meglio lasciare ad altri l'uso della famigerata parola "cuneo fiscale". Piuttosto, bisogna rispondere agli avversari con campagne adeguate al contesto. Come nella sua Nichelino: <<Contro un avversario ricchissimo che aveva invaso la città di manifesti per dare un senso di forza, abbiamo risposto con la semplicità>>. Basta un palloncino offerto ai figli per avvicinare le madri e rompere la diffidenza. Bisogna mobilitare le emozioni, affinchè si mobilitino le campagne dei volontari; per farlo, essi vanno convinti con l'esempio (citando Pertini). Se il messaggio deve arrivare, bisogna inoltre che esso sia concentrato e preciso, individuo per individuo: ognuno deve sapere quali vantaggi ne avrebbe per sè, in caso di elezione.


Chiudono l'incontro i saluti del commissario Andrea Orlando, coi quali chiarisce le intenzioni del seminario e gli obbiettivi di una comunicazione aggiornata. <<Vogliamo dotare i candidati di oggi e di domani degli strumenti adeguati per sostenere la campagna>> spiega. Ma aggiunge una considerazione ben più profonda.
I partiti, intesi come struttura rigidamente verticale guidati da un'elite legittimata, sono in forte crisi. La piena interattività garantita dai mezzi di comunicazione offerti dalla Rete scardina questa legittimazione, ed impone un processo di riorganizzazione deliberativa in senso orizzontale.
Scopo dell'uso dei new media, quindi, è quello di smontare gli assetti tradizionali del sistema-partito e di rimontarli in senso più democratico, orizzontale, in accordo con le esperienze di partecipazione e
deliberazione che i nuovi mezzi garantiscono.

Ivan Casciello

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